Dipingere movimento. La pittura di Dario Fo-Depicting movement. The painting of Dario Fo. Ediz. a colori

Riferimento: 9788884977700

Editore: CLEAN
Autore: Bertea S. (cur.), Fo M. (cur.)
Collana: Design grafica arte
In commercio dal: 17 Giugno 2021
Pagine: 160 p., Libro in brossura
EAN: 9788884977700
50,00 €
Quantità
Non disponibile

  In caso di disponibilità non immediata, i giorni indicati fanno riferimento

al tempo che si dovrà attendere prima che il prodotto venga spedito.


Descrizione

Dico sempre che mi sento attore dilettante e pittore professionista. Ancora oggi talvolta penso che la pittura sia il mio mezzo di espressione primaria. I miei lavori teatrali spesso nascono come immagini. Disegno prima di scrivere. Mi sono abituato piano piano a immaginare le commedie, i monologhi in un contesto visivo, e solo in seguito in quello recitato. Inoltre, disegnare ha per me una preziosa, decisiva funzione di stimolo creativo. Se mi capita di essere 'smontato', è proprio disegnando che mi vengono le idee. Un Dario Fo inconsueto, che le opere contenute in questo volume aiutano a comprendere attraverso uno sguardo sulla sua espressione pittorica, scissa temporaneamente dall'universo letterario di cui è maestro. Dario Fo dipinge da quando è bambino. La madre lo esorta a immaginare, a rendere concrete quelle idee che, in giovane età, sanno assumere una veste fantasiosa densa di significato. Le sue figure si muovono in uno spazio, quello stesso spazio che è pensato per le sue regie. Sono dipinti i personaggi del suo palcoscenico, davanti al quale lo spettatore non può non sentirsi coinvolto dalla narrazione. Molti sono gli spunti tratti da Dario Fo per il suo far pittura: l'arte classica da cui desume i codici universali, rinnovandone incessantemente forma e contenuto; la pittura primitiva, il Rinascimento italiano, il Seicento, le Avanguardie. Esempi che non si limita a citare nella sua opera, ma che interpreta secondo un inedito e introspettivo linguaggio pittorico. Verrebbe quasi da chiedersi se Dario Fo sia arrivato al disegno per estendere, per tradurre il mobile linguaggio del proprio corpo, per dargli forma stabile o se sia arrivato a mettere in scena il proprio corpo per realizzare quello che potremmo anche chiamare il 'progetto' esposto nei suoi disegni, nel suo modo di disegnare. (Emilio Tadini)