Le pietre raccontano Catanzaro dal X al XVIII secolo. Linee di ricerca per la rigenerazione dei centri storici

Riferimento: 9791221813043

Editore: Aracne (Genzano di Roma)
Autore: Teti Maria Adele
Collana: Infrastrutture, urbanistica e paesaggio
In commercio dal: 23 Maggio 2024
Pagine: 404 p., Libro in brossura
EAN: 9791221813043
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Descrizione

La città è considerata in tutte le civiltà la massima espressione dei popoli, luogo di accumulazione delle conoscenze e delle culture. Nel linguaggio dell'economia neoclassica, la città massimizza l'interazione sociale, la prossimità e l'agglomerazione, moltiplicando i mezzi d'azione di una società. La città - si domanda Marcel Roncayolo - soddisfa ancora oggi le esigenze universali della vita sociale? Tra queste ampie tematiche, che sottendono analisi complesse e comparate, in questo testo si analizzeranno nel primo capitolo le trasformazioni territoriali della Calabria meridionale e in particolare dell'area tra Jonio e Tirreno, utili alla definizione delle problematiche d'area vasta mentre nei capitoli successivi si analizzeranno la nascita e le trasformazioni di Catanzaro dalle origini fino al XV, XVIII secolo, attraverso una documentazione in parte poco conosciuta e studiata. L'insieme dei dati, oltre a trattare alcuni temi molto controversi e dibattuti, hanno come obiettivo quello di mettere in evidenza beni storici poco valorizzati e compresi, superstiti delle profonde trasformazioni e demolizioni effettuate nei quartieri di più antica formazione tra XIX e XX secolo. È un approfondimento di un periodo estremamente importante per la città: un periodo in cui si forma l'assetto urbano ancora in parte esistente anche se manomesso da interventi più a meno recenti; un contributo che partendo da quel lontano passato, vuole indicare possibili strategie di valorizzazione e di rigenerazione urbana in rapporto a beni storici culturali dimenticati che tuttavia mantengono in parte inalterati alcuni caratteri di contesto che hanno profondamene improntato la fisionomia della città. Foto di Beppe Mazzocca.