Protagonista, e voce narrante, di questo breve romanzo-confessione è la giovane Zoe. Vive ad Acquaforte, paesino di fantasia, arroccato su una montagna, con il padre. In paese, dove vige la classica mentalità ristretta, la giovane ha la fama, immeritata, di essere una poco di buono. Dopo il diploma, decide di trasferirsi a Milano. La vita scorre tranquilla, anche se deve fare i conti con i primi segni di depressione, fino a quando riceve a sorpresa una lettera. La lettera ha nell'animo della giovane un effetto dirompente e fa uscire fuori rancore e la sofferenza covati per anni. Riaffiora perciò un pensiero: togliersi la vita. Prima di farlo, però, inaspettatamente ricorda un pomeriggio trascorso con lo zio a parlare di Socrate. Come il filosofo si suicidò bevendo la cicuta, cosi Zoe, in un parallelismo che la rende orgogliosa, ingoia tutte le sue amate-odiate pillole per la depressione.