La gana

Riferimento: 9788885788763

Editore: GOG
Autore: Douassot Jean
Collana: Narrativa
In commercio dal: 08 Luglio 2022
Pagine: 620 p., Libro in brossura
EAN: 9788885788763
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Descrizione

Quando nel 1958 La Gana è arrivato nella redazione della casa editrice Juillard, l'allora direttore Maurice Nadeau, dopo una prima lettura, disse di aver avuto gli incubi per diverse notti di seguito. Non si tratta di un libro, ma di un aborto, un testo disgustoso e raccapricciante - che tuttavia respira. L'editore se ne accorge e incarica Nadeau di compiere una serie di tagli al manoscritto, dove si è deciso di eliminare i passaggi impubblicabili lasciando al loro posto dei puntini di suggestione, più che di sospensione, e non sapremo mai quali ulteriori oscenità siano state omesse. Nel 1958 La Gana è in libreria e l'anno successivo si aggiudica persino il prix de Mai. In Italia il romanzo vede la luce solo sei anni dopo, nel 1964, ma ha vita breve. La magistratura sequestra tutte le copie in circolazione per oltraggio al senso del pudore, e rinvia a giudizio lo scrittore, l'editore italiano, il traduttore e l'impaginatore. Dopo la consueta notorietà dovuta allo scandalo, il romanzo scivola nell'abisso. Oggi si fatica a trovarlo anche nelle librerie francesi. È il destino che si addice a un libro zampillante di volgarità, che ci chiede lo sforzo disumano di sopportare l'insopportabile: seguire passo passo il protagonista, un bambino di dieci anni che viene iniziato, nello squallido scantinato parigino in cui si trova costretto ad abitare con la famiglia, alla violenza e alla crudeltà della vita sessuale di chi conosce solo la miseria e non ha il tempo, né la voglia e gli strumenti, per sublimarla in qualcosa di più alto, finendo per trovare la verità del mondo nell'espletarsi delle più bieche funzioni organiche, nel riempire e svuotare buchi. In questo romanzo oltraggioso, che supera in oscenità anche i libri più degenerati di Miller e Sade, Jean Douassot si spinge dove nessun altro ha osato andare, né prima né dopo di lui. Tenta di insudiciare il candore dell'infanzia, per scoprire che, sorprendentemente, quella luce resiste anche al fango più nero.