Differenti? È indifferente. Capire l'importanza delle differenze culturali e fare in modo che non ci importi

Riferimento: 9788861530393

Editore: Edizioni La Meridiana
Autore: Cecchini A. (cur.), Musci E. (cur.)
Collana: P come gioco
In commercio dal: 01 Febbraio 2008
Pagine: 256 p., Libro rilegato
EAN: 9788861530393
20,00 €
Quantità
Disp. in 4/5 gg lavorativi

  In caso di disponibilità non immediata, i giorni indicati fanno riferimento

al tempo che si dovrà attendere prima che il prodotto venga spedito.


Descrizione

Ancora un libro sull'intercultura. Vero, ma attenti, non il solito libro sull'accoglienza. L'accoglienza resta fondamentale in un ottica interculturale ma non basta. Occorre un altro passo in avanti verso la decostruzione degli stereotipi che accompagnano la rappresentazione e la conoscenza dell'altro. Si tratta di una strada complessa e difficile lontana dai buoni sentimenti e insidiata da possibili conflitti sociali ma forse l'unica percorribile in campo educativo. Così come ogni individuo è un intreccio di identità diverse con relazioni mobili che si evolvono, allo stesso modo ogni cultura è intercultura. Classificare le persone usando la civiltà di appartenenza come categoria distintiva è sbagliato e porta a scelte sbagliate. I giochi contenuti in questo testo si propongono come trappole per la mente che spingono a riflettere sugli stereotipi, sui nodi problematici che siamo tutti chiamati ad affrontare. Questi giochi aiutano a riconoscere l'altro e il suo punto di vista attraverso una narrazione che non ha una sola prospettiva, che aiuta a identificare le differenze e a renderle relative, a costruire trame dialogiche e ad apprezzare punti di vista differenti. Questi giochi possono, ancora, aiutare a percepire gli esseri umani come ponte tra un dentro e un fuori. Giocando potreste riscoprirvi, con sorpresa, ad agire in modo nuovo, e a dire frasi mai pensate; e non sempre politically correct. Presi dalla vertigine della dimensione ludica potreste ritrovarvi ad affermare qualcosa che in bocca ad altri, ascoltata per strada o in TV, vi parrebbe scandalosa. E di lì cominciare a pensare e a dare nuovi fondamenti ai nostri buoni sentimenti, a renderli efficaci, aperti e duraturi. Può esistere una trappola per pensare migliore di questa?