Al Teatro V. Emanuele l'opera/evento del Maestro Enzo Celi viene esposta fuori da una sistematicità antologica, come tentativo di privilegiare un incontro irrituale con la città, dopo un silenzio dedicato alla ricerca teorica e ad un senso profondo d'inquietudine sul destino dell'arte contemporanea. L'evento si snoda lungo un percorso attraversato da Segni che, pur nella diversità dei linguaggi, descrivono e assemblano la scrittura complessiva dell'opera dell'artista, in cui le ultime produzioni sembrano dialogare con le prime, lungo una linea sensuale e concettuale nel contempo. Un filo che si riavvolge per poi espandersi in una installazione unica: luminosità ed energia, moto e velocità vi si moltiplicano. Scrittura frontale è la cifra dominante di questo evento.