Il marchese di Pietrastornina: il 1799 di Francesco Federici

Riferimento: 9788872972205

Editore: ABE
Autore: Bascetta Arturo
Collana: Anarchici senzatempo
In commercio dal: 2023
Pagine: 145 p., Libro
EAN: 9788872972205
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Descrizione

. Il libro esce dopo un'altra pubblicazione su Nicola Mazzola di Durazzano, a cura del preside Virgilio Iandiorio, e si propone di dare vita ad una intera collana tematica sui dodici eroi finiti sul patibolo per aver sposato le idee di Donna Eleonora Pimentel Fonseca. La famiglia Federici ha dato un notevole contributo alla storia d'Italia e autorevoli rappresentanti di questa nobile stirpe furono sicuramente gli altiliesi Vincenzo e Francesco Federici, padre e figlio detti dei Capobianco, processati dalla Gran Corte Criminale speciale di Cosenza con l'accusa di attentati e cospirazione contro la sicurezza interna dello Stato. Sembrava una omonimia, in realtà Francesco Federici era proprio antico maresciallo, uomo di genio, che all'elevatezza de' talenti militari aggiungeva le cognizioni politiche, e che morì con la massima presenza di spirito di cui parla Francesco Lomonaco, come patriota napoletano, nel Rapporto fatto al cittadino Carnot Ministro della Guerra facendolo scoprire di Pietrastornina. Questo militare, infatti, nacque proprio nel piccolo paese del Partenio, in quanto figlio di una Pietrastorninese, o forse a Napoli per essere poi allattato nella casa palazziata che portava il suo nome al rione San Rocco da una nutrice del paese, come era usanza dei nobili napoletani. In ogni caso è evidente che si tratta del Maresciallo Francesco Federici, le cui origini sono ancora discussi dagli storici, ma ch'ebbe sicuramente per titolo quello di Marchese di Pietrastornina e, per madre, una donna del posto: Gelsomina Minucci. Federici restò comunque in qualche modo legato a questo piccolo paese dell'avellinese, allora ricadente (così come Avellino) nella giurisdizione beneventana, in quanto la sede giudiziaria del Principato Ulteriore, essendo la città capitale di Benevento nello Stato della Chiesa, era considerata quella del carcere di Montefusco, castello più prossimo all'enclave.