Lucrezia d'Alagno: un'amante per regina. La Corte dell'amore nella Napoli di Re Alfonso d'Aragona

Riferimento: 9788872974582

Editore: ABE
Autore: Iandiorio Virgilio
Collana: Donne reali e uomini d'arme
In commercio dal: 03 Febbraio 2023
Pagine: 150 p., Libro in brossura
EAN: 9788872974582
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Descrizione

Le storie di amori hanno sempre interessato un pubblico vastissimo, a cominciare dalla storia d'amore di Elena e di Paride, che finì con una guerra tra Greci e Troiani. Che dire dell'amore tra Enea e Didone, anche questo finito tragicamente. I poeti, si sa, attribuiscono al potere della dea Afrodite (o Venere) gli improvvisi innamoramenti. Venendo ai giorni nostri, per spiegarsi questi fenomeni della vita, gli amori appunto, si ricorre a Freud e ai suoi moltissimi seguaci, che cercano di trovare nella psiche delle donne e degli uomini i motivi scatenanti di certe passioni. Le storie che qui appresso vengono riferite, riguardano personaggi vissuti in un particolare periodo della storia del Regno di Napoli, l'età Aragonese, che durò un buon mezzo secolo, la seconda metà del Quattrocento. Le storie d'amore si prestano a interpretazioni diverse e contrastanti, talvolta. Per questo mi voglio limitare a riferire quello che i contemporanei hanno creduto di vedere nelle persone attratte dalla potenza di Venere. Sono valutazioni, impressioni, commenti di contemporanei, proprio come quelli che noi leggiamo sulla stampa o ascoltiamo quotidianamente alle televisioni a proposito di attori, cantanti famosi, ma anche di uomini di governo, magnati e poveri Cristi, presi da innamoramenti e amori. La prima storia riguarda l'amore tra il re Alfonso il Magnanimo e Lucrezia d'Alagno, riferita con le parole dei contemporanei Loise De Rosa, Nicolò della Tuccia, Giovanni Pontano. Va ricordato che nel secolo scorso si interessò alla vicenda Benedetto Croce. Tra queste due storie, può essere interessante un intermezzo, sempre di relazioni d'amore, riferentisi al sovrano Aragonese Ferdinando I, raccontate dal Pontano, che per essere grande amico e al servizio degli Aragonesi, riferisce de visu fatti e personaggi. Anche le persone che circolavano a corte hanno le loro storie da raccontare, come ancora fa Loise De Rosa, con un'avventura accaduta proprio a lui. Possiamo definire culture periferiche quelle storie d'amore che andarono sulla bocca dei contemporanei di quegli eventi. Nell'accezione della lingua greca antica: periphéreia indica la circonferenza, la linea circolare e il verbo periphéro significa portare intorno, far girare, ma anche diffondere, far conoscere. Ed è quello che fecero quanti raccontarono quelle storie. L'atteggiamento della società nei confronti delle donne è il riflesso di questa, con le sue tradizioni, la sua mentalità, i suoi pregiudizi. Di volta in volta le donne diventano protagoniste o oggetto, fanno la storia o la subiscono. E gli uomini sono a volte seducenti romantici, a volte possessivi e maniacali. Nella vita di una donna si succedono eventi come l'amore, il matrimonio, le crisi familiari e domestiche, i figli, le separazioni, le volontà ultime. Non solo eventi nella sfera del privato, ma anche rapporti con l'esterno: la donna e la religione, la donna e l'arte, la cultura e l'istruzione, per tanto tempo anche negata, la donna e la realtà sociale, il lavoro e la politica. Spesso risulta difficile sottrarre l'immagine della donna dallo stereotipo e dall'astrattezza e calarla nella realtà viva. La signora, la serva, la contadina, la balia, la maestra, la prostituta, l'operaia non sono tipi, ma persone che vanno sottratte all'anonimato della quotidianità. La documentazione esistente presso gli Archivi di Stato italiani sottolinea la presenza femminile in una vastissima quantità di documenti, la cui lettura, di estremo interesse, risulta complessa e, se fatta da angolature non corrette, può risolversi frammentaria e incompleta. Anche per questo, l'editore Bascetta ha voluto inserire in appendice la vicenda di Lucrezia, rielaborata come novella storica da Tommaso Aurelio de Felici nel secolo XIX, e il ritratto che della donna fa Benedetto Croce nel suo libro Storie e Leggende Napoletane, pubblicato nel 1919.