Nazione napoletana. Controstorie borboniche e identità «suddista» (La)

Riferimento: 9791221212112

Editore: De Agostini
Autore: Di Fiore Gigi
Collana: Biblioteca Utet
In commercio dal: 17 Settembre 2024
Pagine: 352 p., Libro in brossura
EAN: 9791221212112
18,00 €
Quantità
Disp. in 4/5 gg lavorativi

  In caso di disponibilità non immediata, i giorni indicati fanno riferimento

al tempo che si dovrà attendere prima che il prodotto venga spedito.


Descrizione

Fino alla firma della resa all'esercito piemontese il 13 febbraio del 1861, per più di quattro generazioni la dinastia dei Borbone aveva regnato nell'Italia meridionale, Stato autonomo e indipendente che fu per sette secoli la Nazione napoletana. Un Paese con una propria economia, una propria industria, un proprio esercito, un proprio inno nazionale; un Paese con valori riconoscibili, condivisi dai suoi abitanti. Per molti di loro, l'unità d'Italia rappresentò la fine del mondo che avevano conosciuto e nel quale si identificavano. In molti reagirono all'occupazione. Eppure, mentre di Cavour, Garibaldi e Vittorio Emanuele II si sa quasi tutto, pochissimi sono i libri che raccontano le storie degli ufficiali e dei soldati che scelsero di rimanere fedeli al Regno delle Due Sicilie e si opposero ai piemontesi. Uomini che dopo la sconfitta dovettero affrontare umiliazioni, processi e prigionie. Non erano tutti aristocratici o assolutisti: in tanti erano liberali, alcuni avevano combattuto nella Prima guerra d'indipendenza nel 1848 e condividevano il sogno d un'Italia federale; ma quasi tutti furono bollati come retrogradi, reazionari, sbandati, e cancellati dalla memoria comune. Gigi Di Fiore racconta un Risorgimento al contrario, visto e vissuto dalla parte degli sconfitti: storie di eroismo e coraggio, come quella di Francesco Traversa, morto sotto i bombardamenti durante il lungo assedio di Gaeta; storie di fede e determinazione, come quella del magistrato Pietro Calà Ulloa, l'ultimo capo del governo borbonico; storie di ribellione, come quella dei lavoratori dello stabilimento di Pietrarsa, che dettero vita alla prima rivolta operaia dell'Italia unita. E ritorna sui nodi non sciolti di quello che è stato il Risorgimento al Sud, alla scoperta di che cosa significa oggi richiamarsi a un'identità suddista, termine che l'autore libera da ogni connotazione negativa, rivalutando le radici culturali e storiche del Meridione. Per comprendere, una volta per tutte, che cosa è andato perduto con la nascita del Regno d'Italia.