Pensare la pedagogia in prospettiva fenomenologica-esistenziale. Husserl, Heideg

Riferimento: 9788893131179

Editore: Asterios
Autore: Caputo Francesca
Collana: Le belle lettere
In commercio dal: 22 Agosto 2019
Pagine: 480 p., Libro in brossura
EAN: 9788893131179
39,00 €
Quantità
Disp. in 4/5 gg lavorativi

  In caso di disponibilità non immediata, i giorni indicati fanno riferimento

al tempo che si dovrà attendere prima che il prodotto venga spedito.


Descrizione

L'idea di questo lavoro di ricerca si incentra sulle possibilità di pensare la pedagogia in base al quadro categoriale sviluppato dalla fenomenologia filosofico-esistenzialistica. Due le finalità principali: da un lato, percorrere una via di autochiarificazione esistenziale, restituendo al singolo la decisione sul senso del mondo (in cui è radicato e di cui è parte), la libertà (individuale) di scelta e il suo poter essere; dall'altro, aprire, con le categorie della cura, del co-mondo, del con-essere e della responsabilità come trascendenza, al contesto generale delle relazioni interpersonali essenziali per lo sviluppo delle qualità umane in un mondo sempre più difficile e globalizzato. Siamo all'interno teorico e pratico di una linea di pensiero (a dire il vero, in parte, già prefigurata dalla tradizione neoumanistica europea mediante quel processo di Selbstbildung che Goethe, Schiller e Wilhelm von Humboldt avevano indicato come fondamento dell'educazione) che può dare compiuta consistenza, soprattutto, alla coscienza storica dell'humanitas nell'intreccio inter-relazionale: Io-mondo/essere-nel-mondo. Tale concezione, oggetto di studio, in parte, già in Hegel e ampliata dalla linea storicistica con i contributi di Dilthey e dei suoi scolari e interpreti e, non da ultimo, nutrita e vivificata grazie ai contributi di Heidegger e Gadamer e dagli approcci ermeneutici in generale, riporta alla luce, come questa ricerca dimostra, il patrimonio della Bildung , oggi minacciato dalla dimenticanza dell'essere (così almeno nell'analisi fenomenologica di Heidegger), ma forse e soprattutto dall'imporsi del monopolio dei saperi nomotetici sull'esperienza normativa e riflessiva (o simbolica), sulla scia di logiche in gran parte di mercato a cui sembrano, almeno in parte, volersi orientare anche le scuole e le università. È il pensiero meditante e riflessivo quel che con questa ricerca, filosoficamente e pedagogicamente, si recupera. Il ritorno alle cose di Husserl, l'originarietà della domanda sull'essere di Heidegger, il senso della scelta e della trascendenza in Jaspers, permettono di uscire - come i presupposti e i risultati di questo lavoro di ricerca dimostrano - dagli steccati e dai recinti schematici già saputi, definitivi e certi, in cui è già tutto valutato e ove regna la presunzione di poter tracciare nettamente la via alle nostre azioni umane. Il ritorno alle cose, all'essere e alla trascendenza apre, infatti, al concetto di mondo della vita, inteso come essere-nel-mondo, e di un Io, inter-relato col co-mondo, su cui è possibile edificare non solo la filosofia, la scienza, la pedagogia, ma anche ogni altro tipo di senso e di progettualità che gli umani vogliono assegnare a se stessi e a un mondo che è sempre già dato, ma continuamente ri-emerge e si ri-costituisce nelle varie interpretazioni a partire dagli orizzonti fenomenologico-esistenziali che gli autori qui studiati evidenziano.