Sulle tracce dell'Accademia di Antonio Canova e di un bunker. Artisti contemporanei a Roma

Riferimento: 9788849240955

Editore: Gangemi Editore
Autore: Imponente A. (cur.), Grumo G. (cur.)
Collana: Arti visive, architettura e urbanistica
In commercio dal: 16 Dicembre 2022
Pagine: 160 p., Libro in brossura
EAN: 9788849240955
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Descrizione

La scoperta di tracce non ancora esplorate nelle vicende storiche di Palazzo Venezia, uno dei complessi monumentali simbolo di Roma. Tra il 2010 e il 2014 nel corso dei lavori di restauro nella zona dove erano ospitati gli uffici della Soprintendenza del Lazio, attrassero l'attenzione un'iscrizione in latino marezzata dal tempo dedicata a Antonio Canova, e una Sala con lo stesso nome avvincente, Canova. Queste labili orme accesero la fiducia ardente di documentare il tempo in cui il grande scultore diresse tra il 1812 e il 1814 durante il periodo napoleonico, l'Accademia di Belle arti del Regno Italico, e di identificare lo studio dove scolpí Teseo e il Minotauro ora al Victoria and Albert Museum di Londra. Abitudine moderna è stabilire un nesso tra tutte le cose: i lavori nel Palazzetto avevano coinciso con il bicentenario della stessa Accademia. Nella sala Canova, nel cortile principale e nell'antico Viridarium, gli artisti invitati hanno contribuito con opere in funzione di arredo, a rinnovare una officina creativa. Con la brillante scoperta nel 2011 dell'ultimo bunker mussoliniano, questo venne dotato di accesso e illuminotecnica, e i corridoi per raggiungerlo di altri interventi artistici. Citando anche Canova, Ispettore delle Belle Arti dello Stato della Chiesa, a difesa del patrimonio artistico italiano dinanzi a Napoleone. Trasferito l'Ufficio, il lavoro e le indagini condotte facevano rinvenire un unico bandolo, e un valore narrativo in sé e per sé del resoconto. In questo trovare connessioni, ecco pubblicato il libro nella ricorrenza delle celebrazioni canoviane.