Attaccati per turni massacranti di otto e più ore alle cuffiette e a microfono, in balia di superiori crumiri e spesso sadici, ma soprattutto esposti alle frustrazioni e alle nevrosi delle più disparate categorie di clienti, gli operatori dei call center sono ormai diventati una categoria sociale. Una specie di parafulmine umano. Un collettore di tutte le bassezze che un individuo può produrre parlando al telefono con un suo simile. Testimoni privilegiati (si fa per dire) dello stato attuale della nostra società. Stato febbrile, si direbbe, a giudicare dai dialoghi che possono svilupparsi fra un operatore e il suo cliente. "Parlo con un uomo o con una macchina?" è la prima raccolta delle più incredibili, fantasmagoriche e irresistibili situazioni realmente capitate ai lavoratori dei cali center. Fra strafalcioni verbali degni di Totò ed equivoci surreali alla lonesco, è nata un'antologia di comicità involontaria che ha davvero pochi rivali, ne panorama odierno. Inutile dire che è tutto vero, tutto registrato, tutto vissuto e ascoltato. L'Italia al telefono è ancora una volta capace di dare il meglio e i peggio di sé, di esaltarsi di fronte alla possibilità di dialogare con uno sconosciuto al di là del filo.